Latte: con Copagri domani 1000 trattori a Milano - Regione e Governo istituiscano un tavolo di stato di crisi

"Milano, mercoledì 11 febbraio. Copagri ha indetto una manifestazione che coinvolgerà i produttori agricoli, fortemente colpiti dalla crisi del settore lattiero caseario, provenienti dalle varie province lombarde e non solo. I manifestanti con i loro trattori si concentreranno nei seguenti punti di ritrovo, per poi riunirsi nel parcheggio dell’Idroscalo di Milano attorno alle ore 13.00:
- Comune di Goito (MN) – Pesa Pubblica: ore 07.30
- Comune di Montichiari (BS) – Parcheggio Centro Fiera ore 8.00
- Comune di Manerbio (BS) – Carpediem: ore 9.00
- Comune di Calcio (BG) – Zona Industriale ore: 09.30
- Comune di Caravaggio (BG) - Parcheggio Santuario ore 09.00
- Comune di Rivolta d’Adda (CR) – S.S. Rivoltana, Rotonda di Rivolta: ore 9.30
La manifestazione con i trattori si concentrerà sotto il Palazzo di Regione Lombardia, in Piazza Duca d’Aosta, dove verrà allestito un presidio permanente per illustrare i motivi della manifestazione, e dove i manifestanti si recheranno per incontrare il Presidente di Regione Lombardia Roberto Maroni e il Prefetto Dott. Francesco Paolo Tronca". Questo il commento di Roberto Cavaliere, Presidente di Copagri Lombardia, responsabile nazionale del settore latte, nonché Presidente dell’Associazione Produttori Latte della Pianura Padana, in merito alla manifestazione prevista a Milano il prossimo 11 febbraio.
Ma quali sono le motivazioni e gli scopi della manifestazione? In Lombardia si munge il 40% di tutto il latte italiano, negli ultimi 10 anni il numero delle stalle è diminuito di oltre il 40%. in media 270 chiusure all’anno nella sola Lombardia. I prezzi riconosciuti alla stalla sono calati del 30% rispetto all’ottobre 2014 e non consentono un’adeguata remunerazione del lavoro svolto, oggi produrre latte costa 50 centesimi al litro ed il prezzo percepito dagli allevatori è di 35 centesimi. Tale riduzione non si traduce però in alcun vantaggio per il consumatore, visto che il prezzo di vendita finale del latte è rimasto invariato; Gli unici soggetti della filiera che lavorano in perdita sono gli allevatori. Le grandi industrie casearie vogliono pagare il latte prodotto in Italia come quello che arriva dall'estero. Il latte italiano è di primissima qualità con decine di formaggi DOP; ma la mancanza d’informazioni sull’origine del prodotto, permette d’importare latte dall’estero e trasformarlo in prodotto italiano. Occorre accertare l’origine del latte e quindi istituire la certificazione “DOP” anche sul latte e non solo sui formaggi. Occorrono garanzie sull’etichettatura di origine. L’attuale normativa di riferimento in materia di etichettatura non consente un’adeguata e trasparente distinzione dei prodotti nazionali con il rischio di sostituzione, nella fase di trasformazione del latte italiano, con latte importato. Occorre sviluppare un canale di commercializzazione, dei prodotti di qualità italiani, con i mercati esteri, al fine di ridurre i fenomeni di "italian sounding” e di contraffazione dei prodotti che, ogni anno, arrecano miliardi di danni alla nostra economia. E’ necessario che le autorità preposte, in particolare il Ministero dell’Agricoltura e gli Assessorati Regionali all’Agricoltura, vengano educate su cosa significa produrre latte oggi in Italia. E’ necessario che le grandi industrie casearie e le grandi catene di distribuzione prediligano il latte proveniente dai nostri allevamenti, sostenendo in primis il settore lattiero caseario italiano che è primario ed è riconosciuto come un’’eccellenza a livello mondiale. Contrariamente rafforzeranno le importazioni di una materia prima di scarsa qualità ma soprattutto di dubbia provenienza con forti ripercussioni sulla salute del consumatore nonché sulla produzione italiana.

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