La stufa della nonna e l’informazione

di Rosa Massari Parati

Il 5 settembre 1986  veniva fondato il nostro settimanale inPrimapagina. Fin dalla sua fondazione, salvo le vacanze estive e quelle natalizie, non siamo mai mancati in edicola un solo venerdi. Siamo sempre stati con gioia, al servizio della comunità. Partiti con grande entusiasmo nel voler dare ai cittadini un’informazione libera e sincera, non falsata da pressioni economiche e politiche. Ci siamo riusciti? Non tocca a noi giudicare.
La ripresa dopo le ferie ci ha sempre visti attenti e cauti nel giudicare gli eventi dell’estate;  questa ci ha portato  la previsione di un autunno che sarà ‘molto caldo’, e non quello insopportabile che abbiamo avvertito ovunque costringendoci a non rinunciare al condizionatore, ai ventilatori, al frigo accesso e così via.
Ma sarà un autunno riscaldato da proteste e da manifestazioni  qualunque sia l’esito elettorale.  In molte parti d’Italia tante aziende hanno chiuso i battenti, altre si apprestano a chiedere la cassa integrazione. Ogni ente pubblico sta valutando dove tagliare gli sprechi. Che sia la volta buona che anche negli uffici pubblici  abbasseranno la temperatura?
Il tutto avviene proprio ora che da ogni dove arrivano segnali di preoccupazione per aziende e famiglie per le bollette di energia e gas, dall’importo mai prevedibile.  Non saranno le elezioni del 25 settembre a ridurre immediatamente quanto dobbiamo pagare, perché i tempi di insediamento del nuovo Governo  non saranno brevi. Intanto in molte famiglie sono ricomparse le vecchie stufe a legna della nonna,  con la piastra in ghisa, perché anche le stufe a pellet non si ha la certezza di poterle alimentare. Il pellet non si trova e i costi sono alle stelle, sfiora ed in alcune località, supera, ormai i 10 euro al sacchetto, e non sempre è materiale ‘pulito’. Cosa è cambiato da quel lontano 1986 ad oggi? Tra i giovani l’entusiasmo per il giornalismo non è venuto meno, e questo è un bellissimo segnale. Sono cambiati gli interessi nei contenuti, ed oggi quasi ovunque si teme osare a pubblicare alcune notizie, temendo  ripercussioni di carattere  giudiziario ed economico.
Oggi anche da noi si sono create lobby che costringono a scelte sulle notizie da pubblicare e  questo va a danno degli stessi, che  provocano queste situazioni.
Chiudo con due detti: “il mondo è fatto a scale: c’è chi scende e c’è chi sale”, e poi ancora “il mondo è metà da vendere e metà da comprare”. Pertanto a tutti dico: siate pazienti e miti e non smettete di impegnarvi nel vostro lavoro: dopo il temporale torna sempre il sereno.

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